Covid-19 – Filcams Cgil, Rls e Rlst: “Più attenzione alla sicurezza di ParcoPrato”

Covid-19 – Filcams Cgil, Rls e Rlst: “Più attenzione alla sicurezza di ParcoPrato”

La mancata regolamentazione e standardizzazione degli accessi ai negozi, la cui organizzazione – per la gestione delle file e la misurazione o meno della febbre – è stata completamente lasciata alla gestione degli esercizi commerciali; la mancata  presenza di una segnaletica orizzontale e verticale, come avvenuto in altri centri commerciali, sulle informative ministeriali e di distanziamento; la mancata predisposizione delle panchine in modo distanziato e sicuro, per evitare assembramenti: sono le “maggiori criticità” individuate dalle Rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza (Rls) aziendali e territoriale (Rlst), e anche dalla Filcams Cgil di Prato, sulle misure anti contagio del Parco Prato,  sul quale “abbiamo richiesto una risposta complessiva a tutto il ParcoPrato, da un punto di vista della sicurezza”.

“Dal 18 maggio tutte le attività economiche del ParcoPrato – scrivono in un documento Rls e Rlst – hanno riaperto, dando l’idea di un ritorno alla normalità per l’area commerciale più grande del territorio. Un’area, che non è mai stata chiusa totalmente, dove sono concentrati il numero più alto di lavoratori dopo le amministrazioni pubbliche. Durante questi mesi le lavoratrici e i lavoratori hanno continuato a lavorare nelle attività aperte, con enormi difficoltà iniziali sanate nel tempo, in virtù della loro responsabilità e il loro senso del dovere. Adesso tutto sembra apparentemente tornato alla normalità, ed il ParcoPrato si riempie nuovamente di clienti che si muovono come se il semplice trovarsi in un centro commerciale inducesse ad una sorta di protezione dal contagio. In realtà la salute pubblica andrebbe tutelata proprio dove si lavora di più, e dove ci sono persone e cittadini maggiormente coinvolti. La sicurezza sul lavoro nel ParcoPrato deve essere interesse di tutta la città. Vogliamo ribadirlo, perché stiamo registrando un calo d’attenzione generale sulle misure di prevenzione”.

 

Un campanello d’allarme che ha spinto Rls e Rlst a scrivere “alla direzione del ParcoPrato chiedendo un incontro per sottoscrivere un protocollo di sicurezza e per la costituzione del comitato per la sicurezza Covid-19, previsto dalle norme vigenti, per salvaguardare i lavoratori ed i cittadini che frequentano ed utilizzano le parti in comune dell’area, che in alcuni casi sono più frequentate dei negozi stessi”.

 

Di più, Rls e Rlst hanno chiesto anche il parere della Asl: “Ci siamo sentiti rassicurati – scrivono ancora le rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza – dal fatto che il servizio Prevenzione riconosca che le aree comuni gestite dal ParcoPrato per pulizie e vigilanza, pur in assenza di dipendenti diretti, vadano trattate e sanificate come previsto dalla normativa anti contagio, e vadano messe tutte le segnalazioni previste”.

 

La risposta della direzione del ParcoPrato è stata “formale, senza aprire nessun confronto”, basata sul presupposto che “non essendoci obblighi di legge, l’organizzazione dell’afflusso è regolare così com’è”.

 

“Un’occasione sprecata”, dicono Rls E Rlst, che aggiungono: “nel confronto tra competenze diverse e dalle esperienze poteva nascere un esempio che altri luoghi del commercio avrebbero potuto seguire. L’accesso ad un’area così frequentata non può essere lasciato al caso o al buon senso di ognuno”.

 

Concludono Rls e Rlst: “Tutto questo si scarica inevitabilmente sui lavoratori dei singoli negozi, che si trovano ad affrontare clienti che hanno la sensazione di regole non stringenti, con ancora più stress per chi deve ricordare ogni volta quali sono le prassi e le norme da rispettare all’interno degli esercizi commerciali”.

 

Scende in campo anche la Filcams Cgil: “Le istituzioni devono svolgere un ruolo fondamentale di prevenzione e non solo di controllo, magari a seguito delle nostre segnalazioni. C’è bisogno di un osservatorio permanente sulle aree del commercio, dove si produce molta della ricchezza di questa città. Non abbiamo alcuna intenzione di circoscrivere le tutele di salute e sicurezza ai soli negozi della galleria commerciale, vanno invece allargate a tutti gli aventi diritto, anche nell’area più turistico ricreativa, dove si annida una quantità più elevata di lavoro precario, più vulnerabile al mancato rispetto delle misure minime di tutela. Non si smette mai di essere cittadini, la salute pubblica va salvaguardata sia se siamo lavoratori, sia se siamo clienti”.